13
Lug
2011
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Dogmi assoluti e garagisti di Bordeaux – Absolute dogmas and garagistes of Bordeaux

La Polaroid prima e l’Hipstamatic adesso, mi costringono ad affrontare ancora una volta il problema del mezzo.
Perché di un vero e proprio problema si tratta.

Dal 18 giugno scorso continuo a ricevere commenti ed e-mail a proposito di questa mia nuova sperimentazione fotografica.
Complimenti e critiche che si concentrano prevalentemente sul mezzo, perdendo di vista i contenuti.

Chi mi conosce, anche solo attraverso le pagine di questo blog, sa bene come la penso.
Il mezzo è soltanto uno strumento di cui ci si avvale per raggiungere un fine e non deve mai essere identificato nel fine stesso.

La fotografia è linguaggio, capacità di suscitare emozioni. E questo per me è un DOGMA ASSOLUTO.

Mi viene in mente un parallelo azzardato ma affascinante con il mondo del vino.
Quel movimento di pensiero e d’azione rappresentato, almeno nella sua fase iniziale, dai garagisti di Bordeaux.

Piccoli produttori che producono vini superbi nel garage di casa.
Anche qui il segreto non è il mezzo, ma la perfetta conoscenza del processo e soprattutto la cura maniacale per i dettagli.

Brindo a Jean-Luc Thunevin, uno degli involontari ispiratori del movimento ed al suo Bad Boy.

Fotograficamente parlando ho la “vanità”, la passione e l’orgoglio per considerarmi anch’io un garagista di Bordeaux.

ENGLISH

First Polaroid, now Hipstamatic, force me to face once again the problem of the medium.
Because for some people this is a very big problem.

From June 18th I get comments and emails on my new photographic experimentation.
Compliments and criticisms focused mainly on the form rather than the content.

Those who know me, even only through the pages of this blog, can guess what I think.
The medium is only a tool that we use to achieve a purpose and it should never be identified in the purpose itself.

Photography is a language, the ability to arouse emotions. And that’s an ABSOLUTE DOGMA to me.

I could do a rash but fascinating parallel with the world of wine.
That movement of thought and action represented, at least in its initial phase, from the garagistes of Bordeaux.

Very small winemakers that produce superb wines in the garage.
Here too the secret is not the medium, but the perfect knowledge of the process and especially the obsessive attention to detail.

Let’s make a toast to Jean-Luc Thunevin, one of the involuntary inspirers of this movement and to his Bad Boy.

Photographically speaking I have the “vanity”, the passion and pride to consider myself like a garagiste of Bordeaux.

9 Responses

  1. Michela

    Argomento affascinante e paragone molto indovinato.
    Il mezzo, oggi come oggi, è per molti una vera ossessione. In tutti i campi.
    Con il nuovo progetto però, hai mantenuto sia il linguaggio che la straordinaria capacità di raccontare suscitando emozioni.
    Ho paragonato queste ultime immagini con le tue digitali e con le Polaroid, giungendo ad una conclusione del tutto personale. Sei in un’aurea via di mezzo tra il fascino retrò delle Polaroid e la modernità del digitale. C’è tanta originalità nel contenuto, da relegare la forma su un piano del tutto secondario.

  2. Sara

    Il fatto è che non è semplice raccontare suscitando emozioni.
    Molto più facile concentrarsi sugli aspetti tecnici.

  3. Sofia

    Prima la bottiglia e la freccia. Poi il bicchiere, sia dentro che attraverso.
    L’attenzione finisce inevitabilmente sulla figura che beve.
    Grande interpretazione. Viene voglia di bere anche a me.

  4. Mah, io non ne ho lette molte di critiche a dire il vero. Si è parlato un po’ del nuovo mezzo ma si è elogiato assai di più il contenuto. Quindi credo tu sia riuscito già implicitamente a trasmettere il tuo pensiero. Grande immagine, lo vorrei poi assaggiare quel Bordeaux

  5. Enkû

    – “Meglio Nikon o Canon?”
    – “Non c’é un “meglio”.”
    – “Si, capisco, ma quale mi fa fare
    Delle foto più belle?”
    – “Ti rispondo con una domanda:
    Cosa ti piace fotografare?”

    …La maggior parte delle volte non
    Ho mai una risposta esaustiva di
    Ritorno.

    “É fatto di campanule
    Il tetto
    Del mio capanno”
    (Kobayashi Issa)

    Evviva i garagisti di Bordeaux,
    Evviva l’haiku!

    Complimenti per la foto…
    …”Sintetizzante”!

    Nicola

  6. mm

    Ciao Nicola, come stai?
    Gli haiku sono quanto di più sintetizzante esista. E’ bello riportare questo concetto in fotografia.
    I tuoi commenti, cara Michela, sono carichi d’originalità.

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