La chimera che abbiamo la presunzione di chiamare arte – The chimera that we have the presumption to call art
Gli artisti sono sempre inquieti.
Non importa il sorriso o l’apparenza. L’amore incondizionato tra padre e figlio.
L’artista si consuma dentro. Non conosce altro modo per affrontare le sue illusioni, le sue paure, i suoi problemi senza soluzione.
Da questa sofferenza nasce la chimera che abbiamo la presunzione di chiamare arte.
ENGLISH
Artists are always restless.
No matter the smile or the appearance. The unconditional love between father and son.
Every artist burns himself out. He doesn’t know another way to deal with his illusions, his fears and his problems without solutions.
This suffering brings to life the chimera that we have the presumption to call art.
Very dark very introspective…
I like the contrast between the black and white of the floor and the blond hair of the overweight lady… :-))
Life is like a chess game.
Mi piace molto a parte lo scritto che trovo fortemente veritiero. Non è facile inoltre fare foto interessanti come questa nelle chiese. Le trovo spesso banali
una partita a scacchi umana!
Una candela ex voto per i problemi senza soluzione. Un’espressione assorta per illusioni che scacciano le paure.
La tua chimera è una grande consolazione.
Manco da tanto e rientro proprio con questo scatto che mi leva (toglie rende poco) il respiro. Sará la stanchezza ma senza le finestre illuminate in fondo non riuscirei ad osservare piú di tanto questo scatto. L’arte sta lì, non scappa, basta coglierla, ma sei stai troppo sereno ti passa attraverso…
In senso buono ovviamente…
Bentornato Canaccio! Ci sei mancato.
Mi sa che mi sono persa un bel pò di cose…..caro Umbertigno Della Geisha…..
Sarà la mia fiaba preferita, sarà il pavimento a scacchiera, sarà la candela accesa…dove la fiamma si trasforma in un cuore luminoso….ma questa regina di cuori in chiave moderna fa scacco matto!
Non ti sei persa niente, mia cara Ideagramma.
Che poi, anche fosse, faresti comunque in tempo a recuperare.
🙂