Il rosso della memoria – The red of memory
Il rosso della memoria – segnalatomi qualche anno fa dall’amico Roberto Cacchiarelli: http://www.youtube.com/watch?v=QUJ187mkMq8&feature=related – all’improvviso mi attraversa nuovamente la strada.
Claustrofobia, orrore, rabbia, cemento, urla, senso d’oppressione e pugni nello stomaco.
ENGLISH
The red of memory – evoked few years ago by my friend Roberto Cacchiarelli: http://www.youtube.com/watch?v=QUJ187mkMq8&feature=related – suddenly crosses again my road.
Claustrophobia, horror, anger, cement, screams, sense of oppression and punches in the stomach.
Là dove tutti gridano, tu continui a sussurrare. Un sussurro che strazia.
Un’argomento brutale trattato con la solita immensa classe e eleganza.
Chilometri cubi di cemento armato solo del suo dolore…sorpresa e attonita guardo al di là del muro.
Me ricordo… ma sta foto che hai fatto è più evocativa!
Me da suggestioni da mondo post industriale o addirittura post atomico.
Penserei a un luogo dove vengono conservati i server, ndo stanno tutti gli archivi del passato e del presente sotto forma de memorie de massa allo stato solido annegate in enormi monoliti a prova de bomba.
E’ da lì che se attinge per ogni cosa. E’ quella l’unica realtà che resta nel mondo fisico.
Ma il pischello in bici altera st’equilibrio de staticità virtuale introducendo una discontinuità del tutto fisica e dinamica nel cimitero della memoria digitale… e sto ancora sobrio!
Che luogo spettrale. Cos’è?
E’ il Memoriale dell’Olocausto (Holocaust-Mahnmal) e si trova a Berlino vicino la Porta di Brandeburgo.
La bambina te la sei portata da casa? Non mi dire che passava di là per caso.
Parole pesanti quelle di Farabutto. Originali e visionarie.
Vetri nel Petto. Un nick perfetto per l’occasione.
Le sensazioni ed il peso della storia sono brutali.
In certi frangenti gridare non è necessario, mia cara Miki.
La bambina, cara Sara, non me la sono portata da casa e siccome il caso non esiste, mi vedo costretto ancora una volta – ben sapendo che ciò ti convincerà poco – a ringraziare i miei riflessi e la volubile compagna Fortuna.
Da come parli sembra che tu conosca bene il luogo.
Sai quindi che, nonostante la staticità delle stele e la soggezione che esse incutono al visitatore, il luogo pullula di anime dai piè veloci che si muovono ininterrottamente da un blocco all’altro.
La loro immobilità è un’illusione che dura pochi attimi.
In uno di questi si è presentata la bambina che ho avuto la fortuna di immortalare.
La mia unica abilità è stata quella di farmi trovare pronto.
🙂
Con le parole e le immagini fai davvero quello che vuoi.
Luogo profondamente malinconico,momento giusto per cogliere lo stacco (non di colori ma di vita).
…mi rimandi a Bambini di Paola Turci… foto da ammirare in religioso silenzio 🙂
… mi rimandi alla bambina con il cappotto rosso de “La lista di Schindler”. Impressionante !
Appena vista mi è venuto in mente kubrick…
Mamma mia!
Alisa Chshmarityan:Spasibo bolshoye prvyltaeitesdu Loriyskoy oblasti v Belorussii Saaku Antanesyanu za podderjku i tyepliy ptiyem v Minske.Tak je xochu poblagodarit vitebskix armyan, kotorie dali nam pochuvstvovat,chto za nami Rodina!!!