30
Apr
2010
1

Ishikawa san

Senza ombra di dubbio uno dei migliori pasti della mia vita.
Un’armonia straordinaria di sapori. Una poesia ermetica.

Mi tornano in mente le emozioni scoppiettanti di Ferran Adrià.
In questa pasto kaiseki siamo esattamente all’opposto.

Un’austerità ed una compostezza imparagonabili, una perfetta esecuzione nel più classico stile nipponico.

Dal tempura di aragosta, prezzemolo e radice di fior di loto, alla zuppa di polpo, tofu ed abalone.
Dal sashimi di orata e granchio, al Pomfret argentato con cavolo.
Dalla mirabolante pentola di vongole, ricci e germogli di bambù, alla mousse di formaggio con fagioli rossi e salsa al tè verde.

Il mio palato ringrazia commosso lo chef, Ishikawa san, per la magistrale interpretazione culinaria.
Chapeau.

English

Without doubt one of the best meals of my life.
An extraordinary harmony of flavors. A hermetic poetry.

I remember the crackling excitement of Ferran Adrià.
This kaiseki meal is exactly the opposite.

Simplicity and incomparable grace, a perfect performance in a classical Japanese style.

From lobster, parsley and lotus root tempura, to soup with octopus, tofu and abalone.
From seabream and crab sashimi, to Silver Pomfret with cabbage,.
From the amazing pot of clams, sea urchins and bamboo shoots, to the cheese mousse with read beans and green tea sauce.

My palate would like to thank the chef, Ishikawa san, for the masterly interpretation.
Chapeau.

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17 Responses

  1. Doc

    Stefanelli ma sei andato in giappone a’faticà o fare il giro Di locali e ristoranti. Mannaggia mannaggia, prossima vita anche io faccio il Fotografo artista con la passione per l’oriente…

  2. mm

    Doc, una cenetta ogni tanto me la potete anche concedere no!
    Mi sono mosso al di fuori dell’orario lavorativo e, per di più, ho scattato anche durante la cena.
    Nella prossima vita magari ci scambiamo i ruoli. Va bene?

  3. mm

    Federicooo, certo che vado a spasso, con la macchina al collo però.
    Io non guardo, io riprendo e, passami l’espressione, consegno alla storia. : – )))
    A Roma se magna. Carbonara, pajata, abbacchio e chi più ne ha, più ne metta.
    Qui si degusta. C’è una bella differenza.
    Tu adesso je dai addirittura de panna. E che te devo dì?
    Invece di parlare, pensa che ti mancano ancora tre commenti.
    U.S.P.

  4. …e basta con questi commenti …tutti a dare addosso a Stefanelli che,fuori dall’orario di lavoro,ci da la possibilità di conoscere certe prelibatezze(solo con l’immaginazione,però)…E che dovrebbe fare?…stare lì a fotografare tutto il giorno…ufffff…che fatica……gli vogliamo dare un pò di relax con un sushi degno?…e che cavolo…

  5. Doc

    Va beh ma si scherza, anzi le foto del cibo le trovo davvero interessanti fotograficamente parlando, sono delle piccole nature morte e nel caso del giappone, una degna e poetica morte per gli animali sacrificati.

    Comunque Fede lo stiamo mettendo in croce, se ci banna dal blog è giustificato, quando torna deve farsi qualche seduta di psicanalisi per disintossicarsi da noi…

  6. mm

    Maddy, veramente riesci ancora a sorprendermi. Anche dopo tutti questi anni.
    Ti ringrazio per l’arringa difensiva.

    Federico, mi dispiace darti la ferale notizia, ma non ho fotografato tutti i piatti. Me la vuoi far godere una cena in santa pace?
    Anzi, ringrazia che ho fatto un paio di scatti.

    Doc, per la psicanalisi non c’è problema. Vengo in cura da te.

  7. …ora mi sorge un dubbio… leggendo “Dalla mirabolante pentola di vongole, ricci e germogli di bambù”… vedendo le dimensioni….

    Ma quanto so’ grosse le vongole in giappone??? (o il piatto in realta’… e’ una tazza…???!!!)

  8. mm

    E’ una pentola piccolina, non una tazza.
    La vongola era un po’ più grande della media.
    Certo che se uno posta foto di cibo o di donne nude ti scateni eh!

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