13
Dic
2010
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L’occhio da bambino – A child’s eye

Vorrei condividere con voi l’e-mail inviatami lo scorso ottobre, dal mio carissimo amico Luca Sidro, pochi giorni dopo il suo arrivo nella capitale del Sol Levante.

“E mi ritrovo qui, in mezzo a tutta questa gente che come un fiume ti viene incontro da ogni dove, sembra travolgerti ma è solo una sensazione.

E’ un “educato” fiume in piena!

Mai visto nulla di simile, un flusso costante di occhi, bocche, mani e gambe che come formiche esce da ogni pertugio della terra e io starei a guardarli per ore”.

In questa limpida e nostalgica serata giapponese, le sue parole rispecchiano perfettamente il mio stato d’animo.
Dopo tanti anni, dopo tanti viaggi, non ho ancora perso l’occhio da bambino.

Grazie Luca e ovviamente……..CHAPEAU!

English

I’d like to share with you an e-mail I received last October, from my dear friend Luca Sidro, few days after his arrival in Tokyo.

“And I find myself here, in the midst of all these people who come at you from everywhere, it’s a river that seems to sweep you away, but it’s just a feeling.

It’s a “polite” river in flood!

I’ve never seen anything like this, a steady stream of eyes, mouths, hands and legs, that like ants come out of every hole in the ground and I’d be looking at them for hours”.

In this clear and nostalgic Japanese evening, his words perfectly reflect my mood.
After so many years, after so many trips, I still have a child’s eye.

Thanks Luca and……..CHAPEAU!

8 Responses

  1. Posso fare pubblicita’ occulta a Orso Zampone?
    La foto messa come sfondo del suo sito mi da la stessa sensazione di maestosita’ di questa, quella ovviamente per la scena di kyoto vista dal cimitero, lascia senza fiato, la stessa sensazione di fiato corto guardando questa!
    Ma poi…. tutta quella gente messa in ordine…. qua da noi sarebbero stati tutti rinfusi in mezzo disordinatamente!
    Diciamo un disordine ordinato!

  2. Francesca

    Immagine oltre l’immaginazione. Non c’è una virgola fuori posto, tutti consapevoli del proprio ruolo, come se la foto fosse stata costruita a tavolino. Ma visto il contesto sappiamo bene che ciò non è possibile.
    Sarà pure da bambino, ma è un occhio immenso.

  3. Doc Orso Zampone

    Ringrazio per la citazione e colgo l’occasione per spronare chi visita queste pagine, ad andar a vedere da vicino, con il proprio occhio. Non sarà la stessa cosa, ma è una sensazione mai provata prima quella di immergersi in cotanto mare magnum di esseri così ordinati, come dice Francesca, consapevoli del proprio ruolo, ed aggiungo “consapevoli” del proprio “Io”. Di viaggi ne ho fatti ma quella città è fuori da ogni clichè, da ogni catalogazione, da ogni falso immaginario su cosa sia la civiltà. Non a tutti piace e spero che non tutti ci vadano, ma chi segue questo blog non può rinunciarvi.
    Sono quasi certo che la loro lingua contribuisca a creare una barriera tra noi e loro, valicabile solo fino a un certo punto, ed è proprio in quella terra di mezzo che difendono la loro cultura ed identità. Ti guardano come per dire: “non ti capisco e tu non capisci me e questo mi piace”… Quindi, come bambini, continuiamo pure a guardarci e ad ammirarci tra le due sponde del globo, fin che il gioco dura. E speriamo che duri…

  4. mm

    Yes Vivian, I love sharing my emotions.

    Mi fa particolarmente piacere che abbiate apprezzato questa foto, addirittura definita “stupefacente”.

    E’ davvero un ordinato disordine, un’immagine, come dice Francesca (la curiosità è l’arma migliore al servizio del mio occhio), che travalica l’immaginazione.

    Grazie a te, caro Doc. Le tue parole hanno generato lo stato di trance che ha prodotto un’ottima sessione di fotografia.
    La barriera di cui parli – lo dico senza alcuna presunzione – la superiamo in pochi.
    Del resto i più grandi problemi dell’uomo moderno sono la superficialità e l’omologazione.

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