4
Ott
2011
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Nun so’ pe’ l’asini i confetti! – Candies are not for donkeys!

Riprendo molto volentieri un articolo che scrissi due anni fa per il blog del mio carissimo amico, Alex The Jaguar Pezzani.

“Ferran Adrià, la sua cucina molecolare, destrutturata e, secondo alcuni giornalisti nostrani, troppo chimica e poco salutare.

Il sottoscritto, che ha avuto la fortuna e l’onore di assaggiarla, dissente fortissimamente dall’inutile polemica scatenata dai nostri presunti mezzi d’informazione.

Cinquemila coperti l’anno, a fronte di una richiesta che supera abbondantemente il milione, mi fanno supporre che i più fortunati ed accaniti gourmet possano, sì e no, riuscire a mangiarci tre volte nella vita.

Intanto questi imbecilli superficiali e malinformati descrivono il più grande Genio culinario dei tempi moderni, come un avvelenatore di masse a colpi di texturas o un sofisticato killer armato di sfericos ed azoto liquido.

Li vedrei bene – molto bene – a spalare in miniera ed a mangiare i succulenti cheeseburger di un noto fast food americano”.

Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo.
Come si dice in quel di Porto d’Anzio: “Nun so’ pe’ l’asini i confetti!”

ENGLISH

I gladly propose again an article I wrote two years ago for the blog of my dear friend, Alex The Jaguar Pezzani.

“Ferran Adrià, his molecular cuisine, unstructured, and, according to some Italian journalists, too unhealthy and chemicals.

I – who had the good fortune and honor to taste it – very strongly disagree with this useless controversy unleashed by the Italian media.

Five thousand place settings per year, in view of a demand that far exceeds one million, let me think that the most avid and lucky gourmet may eat at this Restaurant three times in the life.

Meanwhile, these negligent and ill-informed idiots describe the greatest culinary Genius of modern times, as a mass poisoner with texturas shots or as a killer armed with sophisticated sfericos and liquid nitrogen.

I would see them well – very well – to work in a mine and to eat the juicy cheeseburgers of a famous American fast food. “

Any further comment would be superfluous.
As we say in Anzio: “Candies are not for donkeys!”

13 Responses

  1. Michela

    Immagine carica di colore. Un giallo discreto ripescato nelle pieghe della memoria.
    L’articolo è iluminante. Mi spiace non avere avuto questa fortuna.

  2. In Italia si ha l’abitudine di parlare senza conoscere. Basta vedere quel che è successo ieri sera fuori il tribunale di perugia. Peró non puoi dimostrare il valore di qualcosa solo attraverso la richiesta che genera nel pubblico. Intanto, la cucina mediterranea, ha dimostrato la sua superioritá in migliaia di anni. I suoi effetti benefici sulla salute non conoscono pari in altre cucine al mondo, neppure quella giapponese. Se la cucina molecolare faccia male o meno, è impossibile dirlo per il modo poco scientifico con cui si è affrontato il problema. Credo la veritá stia nel mezzo. Deve essere qualcosa di molto interessante ma il clamore eccessivo, in entrambi i sensi, che ha generato, ha piú a che fare con il glamour che non con la cucina in se.

  3. ‘sta foto gia’ l’ho vista…. mumble mumble!
    Io credo che come in tutte le cose sia l’eccesso a danneggiare, l’alchool, tralascio il fumo, il cibo, qualunque cosa se assunta non con moderazione puo’ far male!
    Certo destrutturare un pisellino per poi ricomporlo non so’ che effetto faccia, ma sarebbe da provare!

  4. mm

    Il Doc ha capito esattamente dove volevo arrivare. In Italia – e non solo – si ha l’abitudine di parlare senza conoscere. Si riferisce per sentito dire, si vive, anzi si sopravvive, di leggende metropolitane.
    La sperimentazione, in qualsiasi campo, è spesso vista con un sospetto ingiustificato.
    E’ vero che a volte la sperimentazione è fine a se stessa, ma questo – ve lo assicuro – non è il caso di Ferran Adrià, Pierre Gagnaire, Massimiliano Alajmo o di altri grandi interpreti del genere.
    Poi potremmo discutere su quante volte ci piacerebbe gustare una cucina così creativa. Ma da qui a mettere in discussione le capacità, la competenza ed il genio di questi personaggi ce ne passa.

    La casalinga o l’appassionato di cucina che ritengono di cucinare meglio, solo perché sanno spadellare un mediocre piatto di pasta mi facciano il piacere.
    Sono gli stessi che mettono a nudo tutta la loro incompetenza in materia, nei locali più trendy di Roma, Napoli o Milano, facendosi coglionare da presunti esperti di fusion, che gli rifilano – ma forse sarebbe più corretto dire gli spacciano – della mediocre carne nazionale per manzo Kobe di prima scelta.

    Non vorrei però dare l’idea di atteggiarmi a primo della classe.
    Simone Malafotografia può testimoniare – dopo le prove fotografiche che gli ho fornito ieri sera in tempo reale – se ho torto o ragione.
    Tutto il resto sono chiacchere da bar.

  5. marta

    Ciao mi chiamo Marta leggo il blog da un pò e mi piace, sono convinta che abbiamo bisogno di stupirci sopratutto con l’arte in qualsiasi forma si presenti.Ricordo ancora il mio stupore quando Moreno Cedroni, allievo di Ferran Adrià, ci portò al tavolo del suo ristorante l’azoto liquido.Provare per credere tutto il resto e’ noia..

  6. purple angel

    You had lots of inspirations from glasses.
    Transparency, refraction of the light, the curve such as the leg of the woman…

  7. mm

    Benvenuta Marta, da come parli sembri una dei nostri.
    Cedroni e il Califfo sono altri due grandi personaggi.

    E’ proprio e sempre vero: “provare per credere”.

  8. Oggi la nostra conoscenza, e non è un “potere” per tutti, è riuscita a isolare le singole sostanze, di cui tra l’altro ne consumiamo già da tempo le loro proprietà organolettiche nei cibi di tutti i giorni, trasformandole in nuove composizioni culinarie e ogni componente nel complesso suscita nella persona delle reazioni emotive più o meno intense, ma che senz’altro potranno lasciar a desiderare per il loro costo fin troppo elevato.  
    Che dire quindi, viviamo in un paese autentico, quello dell’ignoranza. 
    Umberto, possiamo anche nominarlo il ristorante trend della Capitale che tanto si vanta di servire a 45,00€ un piatto di Kobe “contraffatto”. (meglio poco, costoso ma di qualità). Direi di voler investire una somma piuttosto elevata e potermi così saziare di arte, cultura e nuove sperimentazioni degustative del vero Kobe che mi hai posto davanti agli occhi. Posso garantire, cari amici, che il Sig. Umberto Stefanelli è IL Signore della Critica. E ricordate che non si può criticare qualcosa o qualcuno se non si è autocritici, e lui lo è. 

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