Ritmo, profondità e viaggi immaginari – Rhythm, intensity and imaginary journeys
Vini Naturali Roma. Febbraio 2012.
Un pomeriggio di divagazioni su uva, vite e vino.
Delusioni, ripensamenti, conferme e sorprese.
Le mie preferenze vanno a Mlecnik, Cotar, Maule, Paraschos, Zidarich, La Castellada, I Clivi, Bobinet, Corte Sant’Alda, Amerighi e La Visciola. In rigoroso ordine d’apparizione.
Tre cose in particolare hanno lasciato il segno.
Il sorriso illuminato di Alda Faccio Camerani, gli occhi autentici di Beniamino Zidarich e le parole tra terroir e ricordi d’infanzia di Mario Zanusso.
Il vino non ha bisogno di formule misteriose né di dogmi assoluti.
Nessuna stregoneria, nessuna strada giusta o sbagliata.
Il vino deve innanzi tutto regalare emozioni. Come la fotografia.
Armonia di pensiero e comunione di sensi. Ritmo, profondità e viaggi immaginari.
Una favola, un carillon, un lettino di legno ed un pugno di terra e sassi nella mano.
Questo vorrei trovare ogni volta che finisco in un bicchiere di vino.
Nient’altro che questo.
ENGLISH
Natural Wines in Rome. February 2012.
An afternoon of digression on grapes vines and wines.
Disappointments, afterthoughts, confirmations and surprises.
My preference went to Mlecnik, Cotar, Maule, Paraschos, Zidarich, La Castellada, I Clivi, Bobinet, Corte Sant’Alda, Amerighi and La Visciola. In strict order of appearance.
Three special things above all others.
The clear smile of Alda Faccio Camerani, the authentic eyes of Beniamino Zidarich and the words between terroir and childhood memories of Mario Zanusso.
Wine doesn’t need mysterious formulas or absolute dogmas.
No witchcraft, nor a right or wrong way of doing it.
Wine must arouse emotions. Like photography.
Harmony of thoughts and communion of senses. Rhythm, intensity and imaginary journeys.
A fairytale, a musical box, a wood crib and a handful of earth and stones in my hand.
This I’d like to find every time I fall in a glass of wine.
Nothing more than that.
Magia, magia, sempre più magia!
Umberto, Umberto, qui andiamo di bene in meglio.
L’hai già riempito di emozioni e poesia il tuo bicchiere di vino. Prima ancora di berlo.
Artigianalità, salute del vigneto, pratiche di cantina, approccio alla bevanda e digeribilità. Questo dovrebbe essere il pragmatismo dei produttori.
La filosofia e le emozioni riserviamole a chi il vino lo beve e non ne parla solo, come qualche “presentatore” che abbiamo incontrato Domenica!
Concordo che una strada non esclude l’altra e comunque hai dimenticato di nominare il cabernet franc fermentazione naturale di Bobinet…interessante.
Un grazie a Francesca e Michela.
Ed un grazie ad Hector-No-Limits per avermi fatto notare l’imperdonabile dimenticanza. Come puoi vedere ho provveduto ad aggiornare il post in maniera tempestiva.
Ettore, già che ci sono, quando la facciamo ‘sta Barolata???
su Mlecnik me trovi concorde…
dimenticavo il commento sulla foto, ieri mi ero astenuto: vino e fotografia = dimensioni diverse ma parallele
You are a great man 🙂
This is good for wine and photography lovers.
E naufragar m’è dolce, in questo mare…………
Ho preso appunti sui vini 🙂
Un percorso interessante. Come l’ombra disegnata dal bicchiere.
E’… qua andiamo troppo sul tecnico, sapori e colori! La foto rende bene l’idea dell’inebriarsi di sapori e colori!
Cin!
No Pika! Non si va per niente sul tecnico.
La favola, il carillon, il lettino di legno ed il pugno di terra e sassi hanno ben poco di tecnico.
Comunque grande Pika quando imperversa sul blog e quando si fa fare lo sconto da quelli della GE. Un fenomeno.
no no il tecnico era per il vino, colori e sentori!
Pika special one, altro che Mou!
This picture makes me feel like as if I am tasting the wine from the glass. Beautiful.