Polaroid e la negazione assoluta della poesia – Polaroid and the absolute denial of poetry

Non sono la persona più indicata per parlare di Polaroid.
Questa mia affermazione potrà sembrare per certi versi assurda, ma vi assicuro che non lo è.
Quando il coinvolgimento emotivo è così forte, si potrebbe perdere di lucidità.
Stavolta però farò uno sforzo ed un’eccezione.

A rigor di logica, Polaroid avrebbe dovuto imboccare, prima di altri, l’originale sentiero della fotografia digitale.
Lo sviluppo naturale del concetto scatta e guarda, con l’aggiunta preziosa dell’elemento tattile, rappresentato dalla stampa.

Ed invece i sogni di gloria si sono perduti per strada, per una serie di errori, il più grave dei quali è stato, a mio modesto parere, l’incapacità di previsione a medio e lungo termine.

Non parliamo poi di Polaroid Italia, della sua gestione assurda, dell’ingiustificato monopolio assegnato ad una manciata di fotografi e/o tecnici, nella più pura e pessima abitudine, tipicamente italiana, delle solite facce e dei soliti accordi.
Il risultato disastroso di questa politica, oggi è sotto gli occhi di tutti.

Si cerca quindi di correre tardivamente ai ripari, dapprima con la stampantina portatile PoGo ed adesso con questa sub-specie di macchina digitale con stampante incorporata, dall’indefinibile sigla CZA 05300B.
L’ho provata alcuni mesi fa in Giappone e non mi è piaciuta per niente.

Un formato immagine piccolo ed insignificante, privo delle più importanti peculiarità che hanno reso questo nome così speciale.
La negazione assoluta di quella pura ed interminabile poesia che rispondeva – ahimè – al nome di Polaroid.

English

I’m not the right person to talk about Polaroid.
I know this can sound weird, but it’s not.
When you’re emotional involved with something it is difficult to remain objective, but this time I wanna try to do it.

Polaroid should have reached the top of digital heap, before the others.
That’s because digital photography represents the natural evolution of Polaroid. Shoot and look.

However the Company – very far from its former glory – lost its way by taking a series of wrong turns, the worst of whom was to provide an accurate long-term estimation.

It is better not to talk about Polaroid Italy, of its nonsensical management style, of that unfair monopoly given to few photographers and/or technicians.
The disastrous politics of this Company is clearly visible anyway.

Now Polaroid would like to overcome long-standing digital obstacles, with two new products. A small, portable printer and a funny digital camera with a built-in printer.
I’ve tried it in Japan and I didn’t like it at all.

The image size is too small and the image itself is not so special.
The absolute denial of that pure never-ending poetry that went by the name of Polaroid.

UN VENERDI’ SILENZIOSO – A SILENT FRIDAY

E’ un venerdì silenzioso il mio, una vigilia festiva di riflessione.
I motivi non li conosco o magari non riesco a spiegarli, neanche a me stesso.

E’ uno di quei giorni in cui vorrei essere su un treno con destinazione ignota.
Respirare l’essenza di una stazione, nutrirmi di raggi sfuggiti alla guardia negligente di tettoie e pensiline.

Attraversare il destino di così tante persone, per il tempo strettamente necessario ad uno sguardo vuoto e disattento.

English

I’ll have a silent Friday today. A weekend eve of thinking.
I don’t know why or, maybe, I can’t explain it, not even to myself.

It is one of that days when I would like to be on a train with an unknown destination.
Breathing the station essence, feed myself with sunbeams seeped through station shelters.

Pass through the life of so many people, for the time necessary to exchange an empty and careless glance.

LA LUCE ARTIFICIALE – ARTIFICIAL LIGHT

La luce artificiale può essere cruda, difficile e sgradevole.

Ma quando viene accompagnata da quella leggera diffusione, da delicate sensazioni di seta e velluto, da fragranze che rimandano a sogni lontani e perduti, diventa semplicemente meravigliosa.

Come la porcellana ed il profumo di lavanda.

English

Artificial light can be hard, difficult and unpleasant.

But, at times, it’s so soft, it brings a delicate silk and velvet sensation, a fragrance that reminds a far away and lost dream.

Then it turns into a wonderful fantasy, like porcelain and scent of lavender.