TANTO RUMORE PER NULLA – BIG NOISE FOR NOTHING

Nei giorni scorsi ho vagato, telematicamente parlando, su vari siti e forum dedicati alla fotografia, sia amatoriale che professionale.
Sono ancora sbalordito dalla superficialità con cui si avvicina una materia così complessa.

L’apparente facilità nel premere il pulsante di scatto, ha portato tante, decisamente troppe persone, a credere che in fondo il “gioco” sia più semplice di quanto possa sembrare.
Se a questo vado ad aggiungere l’antica credenza popolare che i gusti sono gusti, la frittata è fatta e le bestialità visive si moltiplicano come per incanto.
E guai a criticare.

Si parla per ore, a suon di complimenti reciproci, su immagini che, nel migliore dei casi, raggiungono a stento la mediocrità.
Veramente tanto rumore per nulla.

I complimenti non insegnano, mai.
Fanno piacere, è vero, soprattutto se autorevoli, ma non hanno la straordinaria capacità d’insegnamento delle critiche.
Quelle serie, qualificate, motivate, anche dure se necessario.

Non si può e non si deve vivere nell’amore viscerale per le proprie immagini. E’ sbagliato e ci trascina nella peggiore palude mentale che io riesca ad immaginare.
Perché essere genitori non significa smettere di essere obiettivi.

English

In the past few days, I’ve seen many photographic websites and forums.
I’m still stunned because of superficiality, with which many amateur or professional photographers approach such a complicated topic.

The apparent simplicity of photography, gave to so many people the wrong idea that taking pictures is a very easy game.
Sense of taste is personal, this is true, but it’s not enough to excuse an excess of visual horror.
But it’s better not to criticize.

I’ve seen people talking for hours around very poor images.
Big noise for nothing.

Compliments do not teach.
They please us, but they can’t educate our photography, like criticisms do.
The serious, qualified and tough ones.

We can’t and we must not be in love with our own images. It’s wrong and drag us down in an awful mental swamp.
We can be parents, but we don’t have to be biased.

PABLO NERUDA E L’ODE ALLA POLAROID – PABLO NERUDA AND THE ODE TO THE POLAROID

Dobbiamo, disgraziatamente, assassinarlo: si affonda il coltello nella sua polpa vivente…

Magari Pablo Neruda avesse scritto un’Ode alla Polaroid. I suoi versi, a volte, sono di una semplicità perfetta, per una macchina fotografica così semplice.

A shame that we must assassinate: sink the knife into its living pulp…

Unfortunately Pablo Neruda never wrote an Ode to the Polaroid. Sometimes his simple verses are perfect for such a simple camera.


OGGI SPOSI – JUST MARRIED

Con questa Polaroid – una delle sue preferite – facciamo i nostri migliori auguri a Luca che oggi si sposa! Luce, che più luce non si può, senza mai abbassare gli occhi.

Whit this Polaroid – one of his favourite – we wish all the best to Luca, that today is getting married. Light, a lot of light. Be careful, but don’t glance down.

IL PIACERE DELLA DIFFERENZA – THE PLEASURE OF DISTINCTION

“Non sono acida, sono diversamente ironica”.
Con questa frase Tiziana colloca l’accento – e che accento – sul piacere della differenza. Una differenza immensa.

Acida è una condizione quantomeno problematica e decisamente sconveniente.
Diversamente ironica è una poesia, un linguaggio della vaselina usato dannatamente a proposito.
La mia penna ringrazia di cuore.

Ma ora non sarebbe meglio passare alla fotografia?
Perché, finora di cosa abbiamo parlato?
Non vi siete accorti del sottile nesso logico che spesso si ritrova tra le parole e l’obiettivo?

Capisco la difficoltà dell’applicare un concetto così geniale alla fotografia.
La foto ironica è già una bella sfida, quella diversamente ironica potrebbe diventare un dramma.
L’impossibilità di camminare sulla lama di un rasoio.

Ma l’accento io vorrei collocarlo sulla differenza, non sull’ironia.
La differenza è l’ottimizzazione di quanto non credevano possibile.
E’ il tentativo di esprimersi attraverso percorsi non abituali, sentieri non battuti.

La differenza non si improvvisa. Si ricerca, si medita, si vive ed infine si trasporta in fotografia.
Perché la differenza ed il piacere della differenza, alla fine pagano sempre.

English

“I’m not sour, I’m differently ironic”
With this sentence, Tiziana brings the attention on the pleasure of distinction.


Being sour is not that good. Being differently ironic is a poem, an art of speaking very well used.
I gotta thank her for this.

Now let’s talk about photography!
Why, don’t you think we already did it?
Don’t you see a tight connection in between words and lens?

I know it’s difficult to apply such a brilliant concept to photography.
An ironic picture is already tough to take. A differently ironic picture could be a nightmare.
A walk on the edge of a razor blade.

But I wanna talk about distinction, instead of irony.
Distinction is a development of an unlikely thing.
It’s an attempt to express yourself through an unusual byway.


Distinction is not easy. You gotta look for it, think about it and live it.
Only after that you can try to bring distinction into photography.
But distinction and the pleasure of distinction always pay.

DOPO LA POESIA LA DANZA – AFTER POETRY LET’S TALK ABOUT DANCE

Dopo la poesia la danza. Entrambe sono considerate, non a caso, declinazione della musica.
La danza è un’altra grande passione. Esclusivamente visiva poiché sono un pessimo ballerino.

Ma il movimento – ancora lui – ed i disegni immaginari che ne nascono, sollecitano non poco l’emisfero destro del mio cervello.

Vi propongo un video della Cachorra – Silvia Toscano – carissima amica e ballerina di Tango straordinaria.

Seguite le sue gambe, osservatele con attenzione, prima di perdervi in quell’immaginario onirico di armonia.

Avrei voluto e potuto fare di più con il Tango. E’ stata una parentesi di vita incompiuta, troppo breve, ma straordinariamente intensa.
La finestra sul cuore però è sempre aperta. Un giorno forse…..

English

After poetry dance. The fifth and sixth Art, both of them related to the music.
Dance is a great passion for me, although I’m a very bad dancer.

But the imaginary drawings, that I see when dancers move into dance, stimulate a lot the right part of my brain.

Now, I’d like to show you a Silvia Toscano video. She’s a fine and gorgeous Tango dancer.

Following her legs very carefully, you’ll get easily lost in a sweet and fantastic dream.

I worked on Tango, but not enough. It’s chapter of my life not completed yet.
Too short, but so damned intense.
My heart is still open. One day maybe…..